LEADERPACK INVESTE 20 MILIONI E RILANCIA IL PACKAGING: “UN SETTORE STRATEGICO PER IL FUTURO”

L’articolo de L’Arena del 28 luglio 2025, firmato da Francesca Lorandi, racconta la nostra visione industriale.
In un contesto economico segnato da forti instabilità globali e aumento dei costi delle materie prime, Leaderform Group ha scelto di investire con coraggio nel territorio e in un settore strategico come il packaging.
Con un investimento di 20 milioni di euro è nata Leaderpack, la nuova business unit dedicata alla cartotecnica, risultato di un’importante operazione di rigenerazione industriale nel comune di Sona.
L’Arena, con un articolo di Francesca Lorandi, ha dedicato spazio al nostro progetto, alla trasformazione del sito produttivo e alla visione che guida il Gruppo verso un futuro sempre più sostenibile e innovativo.
Guarda il video aziendale che racconta passo dopo passo la rinascita di Leaderpack.
Leaderpack investe venti milioni e rilancia: “Settore strategico”
LA BUSINESS UNIT
L’azienda fa parte del Gruppo Leaderform. La nuova sede è stata inaugurata a Sona ed è all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità.
Venti milioni di euro per un settore strategico per il futuro: il packaging. L’investimento è stato realizzato in questi ultimi quattro anni per Leaderpack (ex Scatolificio Cartotecnica MG2), business unit del Gruppo Leaderform, realtà veronese che da 40 anni offre soluzioni di stampa innovative, dalla comunicazione cartacea a quella visiva, direct mailing e proximity marketing, fino alle soluzioni espositive. E che vede nel packaging la strada per uno sviluppo ancora più significativo del gruppo.
Il nuovo stabilimento
Nelle scorse settimane a Sona, in via Crocette, è stata inaugurata la sede di Leaderpack, risultato di un’importante operazione di rigenerazione: «Lo stabile, abbandonato da oltre 12 anni dopo l’uscita di Bmw ed Eurospin, è stato completamente riqualificato», racconta Federico Cozza, Ceo dell’azienda oltre che presidente della Sezione Carta, Cartotecnici e Grafici di Confindustria Verona.
«All’interno, dopo parecchi anni di abbandono», prosegue, «abbiamo trovato di tutto. Siamo arrivati nel 2020, abbiamo dovuto rallentare i lavori a causa della pandemia facendo poi i conti con la bolla degli aumenti delle materie prime. Ma noi dovevamo andare avanti, nonostante i costi nel frattempo fossero raddoppiati. La ristrutturazione industriale che abbiamo realizzato», sottolinea, «ha portato alla creazione di un bellissimo stabilimento destinato alla produzione di packaging alimentare, con macchinari nuovi, tecnologie innovative, robot, un layout moderno, il tutto all’insegna della sostenibilità».
Oggi il Gruppo – 220 dipendenti in totale – registra un fatturato complessivo di 50 milioni: a trainare è Leaderform (soluzioni di stampa e comunicazione one-to-one) con 24 milioni ma è Leaderpack a segnare la crescita più interessante con ricavi che nel 2024 hanno raggiunto i 15 milioni.
Interessante anche per le prospettive future: «La richiesta di estratti conto e bollette andrà a calare nel tempo con l’imporsi del digitale. Mentre la cartotecnica sarà un settore necessariamente in crescita». L’aspirina, cita come esempio Cozza, dovrà sempre avere una confezione.
Al momento l’azienda si concentra sul packaging destinato all’agroalimentare, forte anche delle certificazioni che ha ottenuto a partire dalla Eco-print, che certifica la stampa a basso impatto ambientale, valutando l’intero ciclo produttivo, dalla scelta dei materiali all’imballaggio e trasporto del prodotto finito.
Verso Sud
All’interno di questa visione rientra anche Ingracpack, entrata nella galassia Leaderfom nel corso del 2021, come società diretta e controllata da Leaderpack (del gruppo fanno parte anche Extreme Printing a Absolute Design Solutions).
«Ingracpack ci permette di fornire il centro e sud Italia e clienti quali, ad esempio, la Perugina e altri che si stanno aggiungendo». In questo modo Leaderpack si sta facendo posto in un settore che, fino a ieri, qui nel Nordest era nelle mani di aziende delle provincia di Vicenza, «un feudo» lo definisce Cozza, alle quali storicamente si rivolgevano anche molti del grandi gruppi industriali dell’alimentare veronese. «Ma oggi tanti stanno venendo da noi, dandoci fiducia», conclude.
FRANCESCA LORANDI